memorie di adriano di Marguerite Yourcenar

«Piccola anima smarrita e soave» da queste parole dell’imperatore morente Adriano si dipana l’opera di Marguerite Yourcenar, frutto di decenni di studio e di una fervente passione, evinti anche dal “Taccuino di appunti” a complemento.
L’autrice, nel raccontare la vita dell’imperatore romano Adriano come se fosse lui stesso a scrivere al suo futuro successore Marco Aurelio, disvela tratti umani di una profondità disarmante, creando un solido connubio tra la vera felicità e la virtù.
Adriano, divenuto imperatore a quarant’anni, amministra in maniera lucida e incorruttibile il vasto impero ereditato da Traiano; nel corso degli eventi, si percepisce in modo netto la sua caratura morale nella migliore gestione possibile di Roma.
Un condottiero attento e sensibile, tanto alle concrete tematiche individuali e sociali quanto a quelle dell’anima. Appagato dalla vita e guidato dal sapere, si riteneva quotidianamente «responsabile della bellezza del mondo», con parole che sembrano riecheggiare nell’anima di ogni uomo moderno, che voglia farsi custode dell’integrità etica e della natura circostante.
Si prova empatia per un uomo, la cui sapienza lo induce alla serena accettazione degli eventi e a «trovare la cerniera ove la nostra volontà si articola al destino».
Le sue meditazioni senza tempo sono intrise di libertà spirituale e di pensiero razionale, alla ricerca di come la gioia possa essere raggiunta in armonia con la logica e l’intelligenza; il desiderio a cui dovrebbe ambire l’umanità che voglia far tesoro del passato e costruire un futuro migliore.
Un’opera densa di filosofia in un quadro storico ben definito, quanto mai attuale, quanto mai necessaria per non vivere in «luoghi incolori, ardui e spogli».