la prima radiografia

Una caduta, il dolore, forse una frattura. Oggi è una situazione gestibile e facilmente diagnosticabile. Nell’Ottocento era “leggermente” più complesso. Francis Marion Crawford morì nel 1909 a seguito di diverse malattie contratte nei suoi 54 anni di vita ma gli sarebbe bastato un incidente in barca o durante una passeggiata a Sant’Agnello o San Nicola Arcella per avere una frattura scomposta. Risultato? Semplici dolori e nessuna conseguenza nella migliore delle ipotesi fino alla morte nella peggiore. In quel periodo cominciarono, fortunatamente, i primi studi che porteranno la medicina verso una nuova era. Nel 1876 il fisico tedesco Eugene Goldstein scoprì i raggi anodici e da subito divennero oggetto di discussione tra gli scienziati dell’epoca in quanto ancora incerti. In quello stesso periodo il fisico Wilhelm Conrad Röntgen cominciò gli studi sui raggi catodici. Aveva un laboratorio all’avanguardia e da lui stesso progettato. Grazie al suo daltonismo, oscurava completamente la sala durante gli esperimenti. Una sera si accorse che un foglio di carta su cui era stata scritta la lettera “A” con una soluzione di platinocianuro di bario brillava di luce, emessa da raggi invisibili provenienti dal tubo a vuoto con cui stava lavorando. Approfondendo lo studio sulla qualità dei raggi decise di frapporre la sua mano tra il fascio di raggi e un foglio. Vide sul foglio l’ombra delle ossa della sua mano. Dopo alcuni giorni, la moglie Bertha fece da “modella” tenendo ferma la sua mano sulla lastra per quindici minuti, ottenendo il famoso prototipo della radiografia delle ossa della sua mano sinistra e degli anelli indossati. Una prima radiografia utilizzando i raggi X, denominati in quel modo in quanto sconosciuti. I raggi X vennero da subito utilizzati in ambito medico. Due medici viennesi, Hascheck e Lindenthal, esaminarono con i raggi X una mano amputata in cui iniettarono una miscela di sali di bismuto, piombo e bario nei vasi sanguigni della mano. In questo modo le vene risaltavano ottenendo un primordiale angiogramma. I chirurghi compresero la potenzialità dei raggi X, oltre che nella diagnosi delle fratture, nella fase pre e post-operatoria. Ad esempio, era semplice localizzare i proiettili in modo da estrarli senza provocare eccessivo dolore nei pazienti. Ma fu il maggiore John Hall-Edwards il vero pioniere della tecnica. L’11 gennaio del 1896 utilizzò una radiografia per un intervento chirurgico. Questa grande scoperta aiutò soprattutto durante la Grande guerra. La scienziata Marie Curie era sostenitrice dell’uso di unità mobili di radiografia come mezzo di diagnosi per i soldati feriti. Grazie a questa scoperta innovativa, Röntgen vinse il primo premio Nobel per la fisica nel 1901