“Verrò sempre da te perché dai confini del mondo l’oceano avanza verso la terra”. Il dolore non si può spiegare, né con ostinazione inseguire. L’emarginata Génie, vittima di pregiudizi e privata della dignità, sopravvive costretta alla resa, tra solitudine e disprezzo. La rassegnazione del suo volto sempre basso, frammisto all’odore della fatica e della vergogna, si staglia nella mente infantile della figlia Marie, nata nel peccato e cresciuta nella consapevolezza della distanza.Non basterà il miraggio di isole in cui crescono frangipani, non servirà il suono della sabbia calcarea a distogliere lo sguardo dall’ inclemenza di una narrazione nitida ed aspra. Non una rete di emozioni fluenti ma un groviglio di rami secchi e spine taglienti, a tracciare il percorso del lettore, fino a dissolversi nell’ ineffabilità dell’amarezza. Leggere può corroborare le anime perse, leggere la storia di Marie e Génie può inasprire vecchi tagli, aprire ferite nuove dove si cela la verità.