gran Cafe de paris lumiere

Francis Marion Crawford aveva circa 40 anni quando una nuova invenzione avrebbe rivoluzionato il mondo dello spettacolo. Si trattava di immagini in movimento e il primo modo per poter assistere a un evento del genere prevedeva l’inserimento di una moneta e lo spettatore chino sull’apparecchio provvisto di oculare in modo da poter visionare un brevissimo film. Il dispositivo si chiama kinetoscopio, messo a punto da Thomas A. Edison e William L. Dickson ed era il 1894. L’unica pecca: un solo spettatore alla volta.

La novità non ebbe vita lunga e un anno dopo, il 28 dicembre 1895, i fratelli Auguste e Louis Lumière effettuarono la prima proiezione pubblica, a pagamento, del film “L’uscita dalle officine Lumière” al Gran Cafè de Paris. Nel 1896 il cinema cominciò a diffondersi anche in Italia, attraendo i più curiosi di una nuova forma d’intrattenimento.

Il pioniere del cinema italiano fu Filoteo Alberini che, dopo aver conosciuto i fratelli Lumière, decise di importare la nuova invenzione ormai famosa in tutta Europa. Non si limitò ad aprire una sala cinematografica ma volle girare egli stesso un film. Si trattava di un cortometraggio che raccontava l’assalto di Porta Pia a opera dei bersaglieri, dal titolo: La presa di Roma. La proiezione ebbe un tale successo che il pubblico cominciò a chiedere nuove pellicole ma non c’era una forza lavoro o una concorrenza tale da poter accontentare le richieste. Erano gli albori delle case di produzione, dei film muti e in bianco e nero e di una nuova era. Anche un erede di Francis era attore e alcune sue opere furono trasposte per cinema e televisione. Chissà se avrà mai pensato di vedere un suo romanzo correre su un grande schermo con personaggi in carne e ossa. Forse, curioso come altri, avrà assistito a qualche proiezione, fumando la pipa in una sala cinematografica (cosa impensabile oggi), lasciandosi trasportare dalla bravura dei primi attori di quella nuova forma d’arte.