La portalettere di Francesca Giannone

In Liguria le rocce, le case, le persone e i loro animi, si tuffano nel mare. Sembrano a volte non tirarsi su. Emergono solo le spigolature. Sono gli anni del ventennio nero, Anna è chiara di pelle, rossiccia, schiva e ligure. È la forestiera che segue il marito Antonio nel suo paese d’origine, Lizzanello, nel Salento. Conosce suo cognato, con cui condividerà l’amore dei libri. Lui l’amerà tra le pagine di una storia che non scriverà mai. Muore il portalettere. Anna decide di candidarsi per quel posto vacante. S’impone contro il marito e inizierà a portare la posta per il paese. La mattina caffè corretto, pantaloni e via. Percorrerà le stradine battute di campagna, le storie e i suoi pregiudizi. L’emancipazione, il femminismo, la politica. Non voterà il marito sindaco della DC. La storia si sdipana veloce tra colpi di scena prevedibili, in una prosa semplice e delicata da prima serata su Rai 1.