Auto da fé di Elia Canetti

Peter Kien è il più importante sinologo del mondo, non è un accademico, nessuno conosce la sua figura austera. Si aggira per la sua biblioteca all’ultimo piano di un palazzo, con i suoi libri stretti a coorte per proteggerlo da un mondo estraneo. Asettico, filiforme, un giorno viene contaminato dal morbo volgare, la governante Therese, una che incontreresti al supermercato intervistata dalla Tv generalista. Le patate sono aumentate, questi giovani d’oggi! Una rivista da 50 centesimi tra i libri di Filosofia.

Kien viene travolto da passioni non contemplate dal suo metodo razionale. Verrà cacciato dalla sua casa, conosce bettole infime, diventa amico di un nano scacchista che sogna I’America e cerca di derubarlo. Morirà schiacciato da un altro topo di fogna.

Kien rinsavisce in parte, con l’aiuto del fratello psichiatra George. Egli, riporta a casa il sinologo. Kien ha le idee chiarissime e ha tutto premeditato: I libri valgono più dei pazzi, il libri valgono più degli uomini…
sono muti, parlano e tuttavia sono muti. L’ardore arriva alla negazione del sé e alla mimesi con le pagine scritte. Prepara il suo falò celebrativo, le pagine bruciano, il crepitio del fuoco e il fumo.Nessuna parola, nemmeno urlata. Libro scritto dal premio Nobel Elias Canetti nel 1931, pochi anni prima di roghi di idee, di libri, di uomini, donne e bambini.