To Leeward Francis Marion Crawford

Il terzo romanzo di F.M. Crawford è To Leeward (traducibile in italiano come “Sottovento”): pubblicato per la prima volta nel 1883, divenne uno dei romanzi più venduti del diciannovesimo secolo negli Stati Uniti, ottenendo elogi dal The New York Times, superando nelle vendite il Ritratto di Signora di Henry James. È l’unico dei romanzi di Crawford che l’autore ha sottoposto a una revisione profonda per la seconda edizione del 1892.
Il romanzo è dedicato “con affetto” allo zio Samuel Ward di New York” ed è proprio questa città –che Francis Marion Crawford conosceva bene – ad essere una delle location della narrazione anche se la storia comincia in l’Italia e, precisamente, con una descrizione della città di Roma, anzi delle due città di Roma: “There are two Romes.”, scrive Crawford.

Ecco l’incipit, in una nostra traduzione, dato che il romanzo è rimasto inedito in Italia:

Ci sono due Rome. C’è la Roma dello straniero intelligente, fatta di scavi, monumenti, tramvie, alberghi, febbre tifoide, incenso e candele di cera; e c’è la Roma interiore, città di costumi antichi, buoni e cattivi, città piena di pregiudizi aristocratici, di intrighi, di religione, di onore vecchio stile e scandalo nuovo, di felicità e infelicità, di gente giusta e ingiusta. Oltre a tutto questo, c’è un tribunale modernissimo e un governo del futuro, che si può quasi dire formare insieme una terza città.
Inoltre, queste differenti città coesistenti, e i loro corrispondenti abitanti, sono suddivise in un’infinità di gradazioni, per contenere tutto e fare spazio a tutto. Lo straniero che va a caccia di scavi non incontra lo straniero che annusa l’incenso, non più di quanto l’aristocratico primordiale sieda a pranzo con il rappresentante dello scandalo alla moda; non più di quanto il giusto permetterebbe mai che gli fossero presentati gli ingiusti. Godono tutti così profondamente della libertà di ignorarsi a vicenda che nemmeno per salvare il mondo metterebbero in pericolo la sicurezza della barriera che li separa. Naturalmente, come dicono tutti, questo stato di cose non può durare. Alla fine ci deve essere una fusione, un diluvio, un’unità, fraternità e uguaglianza; uno stato di cose in cui diremo: ‘Sois mon frère, ou je te tue’, un futuro glorioso, disgustoso o noioso, a seconda di come lo si guardi. Ma, nel frattempo, è tutto molto affascinante, e c’è molto di cui tutti possono godere, e un’abbondanza di cui tutti possono abusare.

Già dalle prime battute del romanzo si può intuire che si tratta di un dramma, che quel mondo di giusti e ingiusti, di felicità e infelicità, sia l’ambiente ideale per lo sviluppo di una storia fatta di intrighi, passioni e tradimenti. La vicenda ruota attorno alle vite di quattro personaggi principali, quattro forti personalità le cui azioni finiscono per condizionarsi e influenzarsi le une con le altre, fino alla tragica conclusione.
Si tratta di Leonora Carnethy, figlia di padre inglese e madre russa, Marcantonio Carantoni, un marchese italiano, che la sposerà contro i desideri di sua sorella, Diana Carantoni, Madame de Charleroi e del terzo incomodo, Julius Batiscombe, giornalista e scrittore inglese.
Per chi volesse evitare delle anticipazioni sulla trama, mettendosi sulle tracce del testo in inglese, è arrivato il momento di abbandonare la lettura di questa seppur breve recensione.
Come accennato, To Leeward è una storia incentrata principalmente sulle relazioni di questi quattro personaggi, le cui vite Crawford delinea con chiarezza. La semplicità delle motivazioni delle loro azioni appare evidente al lettore, l’autore non si perde in speculazioni eccessive ma rappresenta con vivezza le passioni elementari dell’amore, dell’odio e della gelosia.
Leonora Carnethy è forse vittima delle influenze esercitate dai genitori, compressa com’è tra la moralità e le convenzioni del padre inglese e le superstizioni della madre. L’amore per il marchese Carantoni sembra per lei un rifugio mentre quest’ultimo la ama pienamente e con fedeltà. Il primo conflitto è quello tra Marcantonio e sua sorella Diana, che non vede di buon occhio il matrimonio dei due. Dopo la luna di miele, l’insoddisfazione di Leonora incontrerà il giornalista Julius Batiscombe, tipo d’uomo portato a innamorarsi delle donne e che, ciononostante, cerca di non cadere in tentazione e resistere dinanzi all’innamoramento di Leonora. Ma il destino sembra essere irrefrenabile ed entrambi cederanno alla forza della passione. Ad accorgersi di quello che sta succedendo c’è Diana che un tempo Batiscombe, ma non sarà lei a fare la spia. Ci sarà una fuga dei due amanti e la pazzia, di amore e gelosia del marito che lo spingerà a quei folli gesti dei quali ancora oggi sono piene le cronache: a farne le spese prima il rivale e poi la moglie.
Crawford non indulge a descrivere le pulsioni, è un cronista che narra i fatti come potrebbero essersi svolti nella realtà, segue le azioni senza dare giudizi sui protagonisti: quale sarà la loro sorte lasciamo al lettore scoprirlo.

Mi chiedete qual è la morale di tutto questo? Chiedetelo a voi stessi