gli anni do Annie Ernaux

Dove eri l’11 settembre del 2001? Il giorno della vittoria dell’Italia al mondiale del 2006? O il primo giorno di Lockdown?  Annie Ernaux, da poco insignita del premio Nobel per la Letteratura, nel libro “Gli Anni” dipana le sue vicende biografiche seguendo la traccia della storia collettiva degli anni vissuti. Sviluppa le immagini della sua vita, dal bianco e nero del dopo guerra, alla pellicola del Gaullismo, del 68 e del consumismo, fino al digitale dei giorni nostri, attaccandole sui grossi manifesti degli eventi storici entrati nella memoria collettiva della Francia e del mondo intero. Foglio per foglio, con il dito da inumidire di volta in volta per girare la pagina, commenta le vicende degli ultimi decenni con distacco e criticità. Non risparmia giudizi sulle proprie scelte, dal suo aborto, al divorzio, al risveglio della passione con uomo molto più giovane. Si esprime, distaccata nei confronti della politica, della società e dei suoi cambiamenti. Del confronto nelle piazze, delle lotte giovanili alimentate da ideali definiti, non è rimasto né memoria né narrazione, solo richiami. Nella vivacità degli scambi di battute non c’è più pazienza per i racconti. Gli anni della giovinezza scorrono veloci per il vigore delle cose fatte e sognate. Nella memoria dell’età adulta si accumulano densi ma ne restano pochi. Vanno lenti come le cose che non possono essere più fatte. Si mette la spunta sui giorni vissuti.  “Si annienteranno d’un tratto le migliaia di parole che sono servite a nominare le cose, i volti delle persone, le azioni e i sentimenti, che hanno dato un ordine del mondo, che ci hanno fatto palpitare e bagnare…Salvare qualcosa del tempo in cui non saremo mai più”.