bethleem

Alcune delle opere di F.M. Crawford si ritrovano tra quelle messe all’indice dal singolare Padre francese Louis Bethléem (1869-1940) nel suo bestseller “Romans à lire et romans à proscrire”, saggio del 1904 che grazie a undici edizioni raggiunse in tutto il mondo le 140.000 copie in tiratura cumulativa tra la prima data di pubblicazione e gli anni ‘30. Si tratta di una lista personale che l’Abbè Louis Bethléem redasse quale «Essai de classification au point de vue moral des principaux romans et romanciers de notre époque (1800-1914)»: nel saggio, l’esaltato sacerdote distingueva tre categorie di libri: i romanzi cattivi da proscrivere, i romanzi “intermedi” e i buoni romanzi.
Capitava spesso che questo singolare personaggio, con indosso la sua tonaca, entrasse in un chiosco parigino e cominciasse a strappare, sotto gli occhi dei passanti, pubblicazioni da lui considerate “indecenti”. Papa Pio X, che lo ricevette in udienza privata nel 1912, descrisse la sua opera quale “Opus mirificum” (opera magnifica). Soprannominato a suo tempo come “Lo spauracchio della letteratura”, ebbe un’influenza crescente per ben quarant’anni, passando dalla derisione al timore reverenziale soprattutto negli anni ’30, dato che oggetto dei suoi strali non era solo la letteratura, ma anche la stampa, il teatro, l’opera, i fumetti e – come ha raccontato Jean-Yves Mollier nel suo libro “La mise au pas des écrivains: l’impossible mission de l’abbé Bethléem au XX e siècle” – persino i costumi da bagno delle donne.
Nel 1908, Bethléem lanciò una rivista bibliografica dal titolo “Romans-revue”, poi trasformata nel 1919 in una guida periodica dal titolo “Revue des lectures”.
È proprio tra le pagine della “Revue des lectures” (1920 – p. 125-218) che, tra i “Romanzi o romanzieri mondani, alcune delle cui opere possono trovarsi nella biblioteca di persone mondane e lette da persone di età e giudizio maturi”, ritroviamo F.M. Crawford.
Cosa e chi ci sta in questa categoria? Lo scrive nella sua rivista lo stesso sacerdote censore: “Raggruppiamo, sotto questa stessa bandiera, scrittori seriali, psicologi, analisti, romanzieri di tesi, scrittori politici e sociali, pittori di vita alta, ecc., in una parola, autori di società che, senza essere proscritti — almeno con il rigore dei precedenti – prendono nei loro romanzi appassionati e leggeri, tante libertà con la morale o la verità, che devono essere considerati più o meno come sospetti, e non possono essere letti senza pericolo, se non da menti prevenute, da persone di età e giudizio maturi”.
Un autore da considerare sospetto, dunque, F.M. Crawford; questa è la scheda a lui dedicata:
“Marion Crawford, nato in Toscana nel 1854, da genitori americani, cresciuto in Inghilterra, siciliano d’adozione, morto nel 1908.
Attraverso i suoi studi psicologici sul cosmopolitismo, divenne uno degli scrittori più illustri del suo paese. Citiamo tra i suoi romanzi tradotti in francese”:

[NdR, riportiamo il testo in lingua originale]
Pour tous les lecteurs: Saracinesca (œuvre d’artiste et de chrétien); Le Crucifix de Marzio (son chef d’œuvre); San Ilario; Une paroisse isolée; Paul Patoff.
Pour les lecteurs expérimentés: Greinfenstein; Zoroastre (roman épopée sur la civilisation médique sous Darius, pages à la Flaubert); Le docteur Claudius (gai, humoristique); Un chanteur romain (très passionné); La Marchesa Carantoni (scabreux); M. Isaacs (occuliste et troublant); Haine de femme (plutôt scandaleux); Corleone (passionné).

È curioso come Bethléem passi, per quanto riguarda le opere segnalate “per tutti i lettori”, dall’elogio per Saracinesca, giudicato “opera d’artista e cristiana” e addirittura dal giudizio sperticato per Marzio’s Crucifix, valutato come “il suo capolavoro”, a critiche aperte per To Leeward (tradotto in Francia con il titolo “La Marchesa Carantoni”), giudicato “scabroso”, per Mr. Isaacs, bollato come “occultista e preoccupante”, sino al “piuttosto oltraggioso” per Haine de femme (è il titolo francese del romanzo “Pietro Ghisleri”).
Il nostro Crawford non era solo, comunque: a fargli compagnia tra i proscritti vi era gente come Émile Zola e la sua “retorica delle fogne”, “il comunista” George Sand e Sigmund Freud, mentre nella letteratura per l’infanzia troviamo “Le Journal de Mickey”, cioè Topolino. Davvero letture sospette!

L’immagine di copertina è tratta dal sito: https://actualitte.com/