la canzone di achille madeline miller

Una storia dal finale noto, già anticipato da Omero nella sua Iliade. Eppure, sfogliando le pagine, diventa inevitabile nutrire la speranza che il destino dell’”Aristos Achaion” Achille e del caro amico Patroclo possa cambiare.

Intere generazioni affascinate dalla decantata bellezza di Elena, commosse dalle parole di Ettore verso il piccolo Astianatte e dall’umiltà del padre Priamo; indignate dall’arroganza di re come Agamennone e terrorizzate dal potere di dèi capricciosi.

Abbiamo combattuto e visto la morte accanto a guerrieri valorosissimi nelle aspre battaglie della guerra di Troia e atteso insieme alle mogli il loro ritorno a casa.

Achille era per tutti il divino e sanguinario guerriero che a fine battaglia tornava esultante nella sua tenda per godere del suo bottino. La luce dell’eroe era, però, talmente abbagliante da celare l’uomo che era in lui e Madeline Miller ce lo svela con una penna delicata e leggera.  

Nelle sue pagine affida il racconto a Patroclo, principe esiliato e accolto da Peleo a Ftia.  È qui che lui, ragazzo goffo e minuto, dolce e generoso, che mai sarebbe diventato un combattente, incrocia la sua strada con quella di Achille, semidio dai capelli color oro e dai movimenti eleganti e pieni di grazia, destinato a diventare invece il più grande dei guerrieri. Dalle sue parole emerge un Achille genuino e modesto, amante della musica e della natura ben lontano dal celebre eroe spietato in cerca di gloria.

I due diventano compagni inseparabili che vediamo crescere e modellarsi in uomini, ma che vediamo soprattutto amarsi di un amore puro ed autentico, impermeabile anche alle angherie della terribile dea Teti, madre di Achille. Un amore che li porterà ad imbarcarsi insieme verso Troia.

Tra i noti personaggi epici e le atrocità della guerra a fare solo da sfondo, ne “La canzone di Achille” viene narrato un amore reso ancora più umano dalla delicatezza e dalla sensibilità del sempre fedele Patroclo che diventerà anch’egli vittima di un Achille accecato dall’orgoglio e dall’onore e che, dato in pasto ai nemici, morirà per mano di Ettore.

Straziato dalla morte del compagno, Achille non potrà più sfuggire al suo destino. Sa che, come avevano predetto le Moire, la sua morte seguirà a quella di Ettore, ma Patroclo deve essere vendicato. Solo così i due uomini possono ricongiungersi. “Quando sarò morto voglio che mescoliate le nostre ceneri e seppelliate insieme”, dirà.

Una storia, dunque, per chi non cerca guerra ed eroi, ma umanità, fedeltà, amicizia e un amore che va oltre, così forte da smuovere persino la compassione di cuori gelidi come quello di Teti, che realizzerà il desiderio di Achille e lo renderà eterno.

“Nell’oscurità due ombre si avvicinano attraverso il crepuscolo fitto e senza speranza. Le loro mani s’incontrano e la luce si riversa inondando ogni cosa, come cento urne d’oro che, aperte, fanno uscire il sole.”