Dio di illusioni Donna Tartt

Il ritrovamento di un corpo ai piedi di un burrone è solo l’inizio. Un escursionista caduto accidentalmente? No, qualcosa è andato storto.  È stato un omicidio e il corpo è quello di Bunny, uno dei cinque ragazzi di una “comitiva singolare”, d’élite. Gli assassini? I suoi stessi compagni. Siamo ancora alla prima pagina ma non è un giallo e Donna Tartt non vuole nasconderci nulla.

Ci troviamo in un prestigioso college del Vermont dove Henry, Bunny, Francis e i gemelli Charles e Camilla sono gli studenti prescelti dall’enigmatico ed anticonformista professor Julian Morrow a formare la sua esclusiva classe di greco antico. Ricchi, viziati, annoiati, bellissimi, profondamente diversi tra loro ma straordinariamente eruditi, condividono l’amore per le materie classiche e sono stretti da un legame indissolubile.

Aleggiano nel campus avvolti da un’aura di fascino e di mistero, che attrae, inevitabilmente, l’attenzione del nuovo arrivato Richard, giovane di origini modeste, proveniente dall’entroterra californiano. Un outsider alla ricerca di sé, per il quale l’ammissione al gruppo è un sogno che si realizza. È lui la voce narrante che, lentamente, però, gratta via la patina di illusoria bellezza che lo aveva sedotto. La perfezione, infatti, è soltanto apparente e tra alcol, droga, giochi erotici e senso di onnipotenza si svelerà in tutta la sua spaventosa crudeltà. “È un’idea tipica dei greci, e molto profonda. Bellezza è terrore.”

Affascinati e ossessionati dall’idea dilasciare il mondo fenomenico per il sublime, raggiungono la tanto bramata estasi dionisiaca, ma la tragedia incombe e la morte di un uomo, almeno apparentemente frutto del delirio, indurrà le loro terrorizzate ma diaboliche menti a commettere un altro necessario crimine: l’omicidio di Bunny, una reale minaccia per il loro castello di sabbia. Ma il castello era già precario e saranno onde di follia, paura, disperazione e sensi di colpa a sgretolarlo e risucchiarlo negli abissi di un mare in tempesta.

Alcune cose sono troppo terribili per entrare a far parte di noi a primo impatto. Altre contengono una tale carica di orrore che mai entreranno dentro di noi. Solamente più tardi nella solitudine, nella memoria, giunge la comprensione: quando le ceneri sono fredde, la gente in lutto è andata via; quando ci si guarda intorno e ci si ritrova in un mondo completamente diverso”.

Una storia che sembra non decollare mai forse perché Donna Tartt, con una scrittura ineccepibile, seppur lenta e ridondante, vuole, in realtà, farci precipitare nei meandri oscuri dell’animo umano. Perché si sa, mai nulla è come sembra.