Immaginate questa scena: Luigi, servitore della famiglia Marion-Crawford, arriva sotto la Torre e comincia a urlare al padrone, Francis:

«Signore! Signore! La signora Bessie al telefono, da Sant’Agnello!»

Francis corre giù per le scale e va incontro a Luigi.

«Cosa vuole?»

«Non lo so, vuole parlare con te, il carro col cavallo è pronto. Dobbiamo arrivare al telefono in paese.»

Sembrerebbe una situazione surreale ma Francis Marion-Crawford avrebbe potuto effettuare una telefonata con la moglie utilizzando il telefono, forse l’unico di San Nicola Arcella. Infatti, visse nel periodo che va dalla prima dimostrazione pubblica del telefono (10/07/1865) al primo vero servizio telefonico (1881) con l’attivazione della linea al signor Giovanni Uberti di Roma (aveva il numero 1). La paternità dell’opera è stata controversa e la cronologia degli inventori non è affatto breve:

1860 – Johann Philipp Reis;

1865 – Innocenzo Manzetti;

1871 – Antonio Meucci (brevetto provvisorio rinnovato fino al 1873);

1876 – Alexander Graham Bell;

1876 (due ore dopo Alexander Graham Bell) – Elisha Gray.

Per fortuna, il giorno 11 giugno 2002 la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America ha riconosciuto formalmente i contributi di Meucci all’invenzione del telefono, chiudendo una questione che durava da oltre un secolo.